Erectogenic
Of or relating to a drug or device that produces an erection of the penis.Di o in relazione a un farmaco o dispositivo che produce un’erezione del pene*
Da una ricerca scientifica, per altro interessante, ieri ho scoperto che da anni è in commercio, non so se anche in Italia, un preservativo con un gel che rafforza l’erezione (da qui la scoperta della parola di cui sopra). Per quanto assolutamente molto più costoso di un normale preservativo, la considero una grande idea per rafforzarne l’uso in tutti quei soggetti che lo evitano proprio perché riduce le loro performance. Mi stupisco di non averne mai sentito parlare fino a ora. Evidentemente in Italia non è disponibile o si è fermato a un mercato molto di nicchia.
Ieri ero a casa di una persona all’ora del Tg1. Con la tv accesa in sottofondo – non ti sto a spiegare i perché e i per come – ho finito per ascoltare l’agenda delle notizie. Notizie drammatiche, se non tragiche. Ti dico che ne faccio volentieri a meno e vivo meglio. L’idea del cittadino informato (di cosa poi?) è una balla colossale. Non c’è niente ascoltato in quel Tg che mi sia rimasto impresso, se non un paio di notizie inutili, di cui una ad alto potenziale emotivo negativo (guerra e decapitazioni). Meglio guardare fuori dalla finestra per mezz’ora che guardare il Tg.
Ieri ho scoperto un libro dello scorso anno, Computing Taste, sugli algoritmi delle piattaforme di streaming musicale. Considerando come scoprire nuova musica proposta dall’algoritmo di Spotify sia uno dei miei passatempi preferiti, ho una gran voglia di leggere questo libro. Con calma.
Significato, consapevolezza, ascolto, osservazione, valori, riflessione. Che sia sotto forma di journal guidato, sotto forma di libro di allenamenti, meditazione guidata, considero tutto il tempo dedicato a questa attività di autoriflessione e di autoanalisi il tempo meglio speso da inizio anno a oggi.
Se vedo un tratto comune tra le persone che mi circondano e che soffrono di frustrazione, di depressione, di ansia, di rabbia, di mancanza di focus è l’assenza di questa pratica. La motivazione è la solita, dichiarata espressamente o no: la mancanza di tempo, la mancanza di fiducia sul fatto che sia utile, altre priorità di fatto. Peccato che la chiarezza mentale è alla base di scelte decisive, scelte consapevoli e un indirizzo (più o meno) fermo alla propria vita. Mancanza di cultura? Mancanza di sensibilità? Mi limito a notare, senza dare giudizi, da osservatore.
*testo tradotto da Chat-GPT3 e rivisito da me.
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