Giappone: Day 11-13 Osaka & Hiroshima

In attesa dello Shinkanzen da Hiroshima a Tokyo, con cambio a Shin-Osaka (il nome della stazione del treno veloce a Osaka, per differenziarlo dall’altra, come Reggio Emilia AV), eccomi di nuovo a documentare questo viaggio in Giappone. Restano 4 notti a Tokyo e poi si torna in Italia.

Osaka e Hiroshima hanno goduto di due sole notti nell’itinerario di questo viaggio, ma hanno lasciato un segno, in modo diverso.

Domenica 2 Luglio – Day 11

Dopo essere arrivato al limite delle forze e aver deciso di riposare e dormire, domenica mi sono alzato quasi pimpante, pronto per nuove avventure. Previsione del tempo con sole, caldo e umidità da bollino rosso. Me la prendo comoda e dopo aver fatto una colazione volante al combini, opto per un ramen vegano hawaiano. Mi dirigo sul posto, non lontano dal mio albergo.

L’ottimizzazione degli spazi è un mantra per i giapponesi. In casa e fuori. Qui, discutibile, un viadotto costruito sopra un canale. Viadotto largo e lungo, visto solo da sotto.
Il ramen vegano si rivela particolarmente buono. Notare che il mini ristorante che lo serve, quasi come unico piatto – a margine c’è un riso cotto con l’avena, che ho voluto provare – è aperto solo il sabato e la domenica nella fascia 10.30 – 17,30. Curioso perché di solito succede che è il weekend il momento in cui questo tipo di locale è chiuso, pensato per una pausa pranzo lavorativa. Meglio per me in questo caso. Unico cliente. Locale gestito da due signore, che avrebbero potuto essere madre e figlia.
Dopo il ramen vado al castello di Osaka, una delle principali attrazioni della città, anch’esso casualmente vicino al mio hotel. Mi faccio altri 20 minuti a piedi sotto il sole alle una del pomeriggio e giro nel parco intorno al castello. Al dunque, vista la fila al sole e il fatto che il castello è stato completamente ricostruito, decido per tornare in albergo a fare un sonnellino. Non sono nelle condizioni di poter girare a quest’ora. Ottima scelta, perché arrivato in hotel mi addormento subito e mi risveglio rinato.
Prendo la metro per cambiare zona, fare un giro a piedi in un’area commerciale, a caccia di fundoshi, l’intimo maschile giapponese noto per essere usato dai lottatori di sumo. Mi consigliano un paio di negozi e vado. Nella metro noto che nei giorni feriali, dall’inizio del servizio fino alle 9 di mattina, alcune carrozze sono solo per donne. Immagino che, visto l’affollamento dell’ora di punta, ci sia qualche maschio giapponese che approfitta per fare la mano morta e non solo.
Adoro come i cartelli comunichino non solo usi e costumi, ma come riescano a sintetizzare un concetto con poche icone. In questo caso è evidente come lo smartphone e la distrazione che provoca possano essere fatali e pertanto è necessario sensibilizzare i passeggeri a stare attenti a dove camminano.
Questo avviso in bacheca vuole essere, immagino, un deterrente per i suddetti maschi giapponesi che approfittano della situazione per toccare le signore. Le telecamere sono in funzione!
A caccia di fundoshi finisco in un negozio molto curioso. Ho fatto tante altre foto riservate a un pubblico adulto, che non vado a riportare qui. Tra i feticismi dei giapponesi, tutto torna, c’è quello della studentessa. Quindi si vendono divise scolastiche anche a chi non va a scuola ma vuole divertirsi in altro modo…
Il tramonto è intorno alle 19. Al centro la torre iconica di Osaka.
Ricaricato dal sonnellino giro per la città fino a tarda serata e finisco in un quartiere ultra moderno, con ampio camminamento e attraverso pedonale sopraelevato, che collega alberghi e centri commerciali. Notevole. Domenica sera, zona assolutamente piena di gente. Umeda è il nome del quartiere.
Rientro passeggiando a fianco e attraversando altri corsi d’acqua.
I ponti non mancano neanche a Osaka.
Prossimo all’hotel attraverso l’incrocio in diagonale, incoraggiato dalle strisce pedonali che invitano a farlo, a differenza delle consuetudini italiane.
Un blitz, l’ennesimo, al 7-11 comprende cibo per cena e colazione. Soba (spaghetti di grano saraceno) fredda, fagioli, fagioli neri dolci, sandwich con panna e mirtilli, più altri sandwich dolce e pasta con fagioli dolci per colazione.

Lunedì 3 Luglio – Day 12

Trasferimento autonomo da Osaka a Hiroshima, dove vado a congiungermi di nuovo con Ruth e Daniele. Questa volta non ho sbagliato treno.

Interno dello shinkanzen, partito con un minuto di ritardo.
La carrozza dello shinkanzen ha un bagno unisex più un bagno solo per uomini, che si rivela un urinatoio. Comodo, discreto, sempre all’insegna dell’ottimizzazione dello spazio. Evviva! Il rubinetto a fianco è per sciacquarsi le mani (senza sapone!).
Ieri ho comprato questo prodotto che punta a voler essere un pasto (anche se solo di 400 calorie) bilanciato. Disponibile in 3 colori, che non ho capito come si differenzino perché non c’è scritto da nessuna parte e gli ingredienti sono gli stessi, è composto da 4 barrette con un sapore neutro e dolce. Me le sono mangiate sul treno come spezza fame. Se c’è una cosa che è completamente saltata in questo viaggio è la regolarità dei pasti.
Non mi ricordo se fosse a Osaka o arrivati a Hiroshima, sta di fatto che un negozio di dolcetti aveva questa immagine per promuovere questo biscottino per il caffè a forma di gatto. Non è grazioso?
Hiroshima mi accoglie con un cielo quasi minaccioso. Del resto è la stagione delle piogge e può piovere, anche intensamente, tutti i giorni.
Melonpan. Tipico dolcetto panificato giapponese.
Altri tipico dolcetto giapponese, con un interno di pasta di fagioli dolci.
Curiosamente c’è chi vende borse fuori dalla stazione. Allestimento in corso, senza rischio che qualcuno rubi niente. Non so se la vendita sia legale o illegale. Voglio presumere che sia legale.
In attesa dell’arrivo dei miei amici faccio un giro nella libreria della stazione. Libri solo in giapponese. Da notare come vari libri abbiano spesso un titolo scritto in inglese, anche quando il libro è originale giapponese. Oppure se è una traduzione, il titolo riportato in inglese è spesso diverso e sintetizzato in pochissime parole.
ChatGPT è un tema sviluppato già in molti libri. Più di quanti ne abbia visti nel Regno Unito o in Italia, seppur un paio di mesi fa. Ciò mi fa pensare che il “time to market” del mercato editoriale giapponese sia più breve del mercato anglosassone o italiano.
Riviste giapponesi. Molti titoli in licenza da gruppi editoriali internazionali e anche titoli solo giapponesi.
Amici arrivati, andiamo in bus nel nostro appartamento, moderno ma con futon (materassi, su materasso, sul pavimento). Usciamo per fare un giro nella zona commerciale e ci imbattiamo in una piccola manifestazione. Uso una app per tradurre il banner dal giapponese. La manifestazione è contro l’incremento delle spese militari del Giappone. Tutto il mondo è paese, mi viene da dire.
Nella zona commerciale entriamo poi in un negozio di dischi dove impazzano le boy band. Non so se sia un fenomeno strettamente metropolitano, ma sembra che i CD in Giappone godano ancora di buon mercato.
Optiamo per una cena vegetariana in un ristorante indiano. Nella foto 3 samosa. Piccante, ma buono. Naan, curry e verdure. Ottima scelta.
Sul muro di un cantiere di un palazzo c’è una serie di adesivi/disegni con cane e cagnolini. A guardare in alto, il cagnone corrisponde al logo della ditta di costruzioni. I giapponesi adorano usare i disegni per comunicare in qualsiasi occasione. Grandi!
Un altro tombino con una rappresentazione colorata relativa alle acque della città.
Decidiamo di chiudere la serata con un caffè in un locale a tema Hawaii. Aloha!
Un tram passa mentre camminiamo verso casa, in una città deserta, usciti dall’area dove si concentrano bar e ristoranti. Sono le 22-23 circa.

Martedì 4 Luglio – Day 13

Miyajima è la nostra metà del giorno, almeno per la prima parte della giornata. Si tratta di un’isola con un famoso santuario a mollo nell’acqua. Si raggiunge con 10 minuti di traghetto, a circa 30 minuti di treno dalla stazione centrale di Hiroshima.

Non è il traghetto che abbiamo preso noi, ma praticamente è lo stesso.
Notare come la signora, anziana ma non è rilevante in questo caso, porti dei guanti. Come per le maniche lunghe, è per mantenersi bianca e non abbronzata. Per molte culture asiatiche, come la Thailandia, bianco è bello. Abbronzato significa che lavori all’aperto e sei di una classe bassa.
L’isola è famosa per i cerbiatti selvatici che sono ovunque e non sono spaventati dall’uomo, anzi. All’arrivo sull’isola, una voce in giapponese e in inglese si premura di avvisare i visitatori che i cervi possono essere pericolosi e incontrollabili, mangiando carta, biglietti e altri oggetti lasciati incustoditi. Uomo avvisato…
Famoso santuario, iconico, dove anche il G7 del Maggio 2023 ha fatto una tappa con una foto iconica, esattamente con questo sfondo.
La zona dei templi è accessibile con un biglietto di 200 yen, poco più di un euro.
Parte dell’area è caratterizzata da lavori. L’omino si scusa per il disagio.
Come per gli altri templi sciontoisti, anche in questo si vendono questi pezzi di legno, personalizzati, su cui scrivere un messaggio, un augurio, un desiderio, una preghiera, da lasciare appeso.
Una coppia cerca un figlio e spera di averne uno felice e sano.
L’isola è molto verde e piacevole.
Con la bassa marea si può arrivare sotto il santuario per una foto ancora più iconica.
Ci sono anche alcuni percorsi in natura. Magnifico.
Altra tradizione, tra il religioso e il superstizioso, è il bigliettino che può indicare fortuna o meno fortuna.
Qui una semplificazione del messaggio per gli occidentali che non leggono il giapponese. Ciò che si fa con i messaggi poco fortunati è di legarli in un’area apposita dentro il tempio, finché si consuma e anche la cattiva sorte se ne va.
Rientro a Hiroshima abbastanza stremati dal caldo umido e dalla temperatura sopra i 30 gradi. Scendo un paio di fermate prima per andare nel parco dove si ricorda la bomba atomica esplosa in città il 6 agosto del 1945. Hiroshima è tristemente famosa per questo infausto evento. Mi sveglio con un caffè freddo comprato in un combini. Ne ho bisogno.
Qui l’iconico edificio rimasto in piedi dopo lo scoppio della bomba e l’incendio che ha praticamente raso al suolo tutta la città. Non riporto altre foto, ma posso dirti che visitare i vari musei e monumenti che raccontano tutta la storia, incluse foto molto esplicite delle vittime, dei morti, dei feriti, pur conoscendo bene la storia, è un’esperienza toccante. Non si può andare a Hiroshima e non visitare il parco della pace.
Esco dal parco, dopo essermi riposato un po’, e torno dai miei amici a piedi lungo il viale della pace, dove trovo un curioso progetto per ricordare l’esplosione della bomba atomica.
Ogni albero con un cartellino è un albero che è sopravvissuto alla bomba atomica. Il cartellino dice quando lontano dall’epicentro. Immagino voglia essere un tributo alla capacità di resilienza della città. Per non dimenticare.
Verso le 18,30 è pieno di gente in movimento, soprattutto in bicicletta, oltre che in auto. Molti uomini in divisa da impiegato: camicia bianca, pantaloni neri, scarpe nere, senza variazioni. In giapponese li chiamano con un termine inglese: salaryman.
Cielo nuvoloso, dopo una fantastica giornata di sole. Hiroshima è una città dinamica, giovane, moderna. Gran impressione.
I miei amici sono a caccia di souvenir specifici per vari amici e così torniamo in un Daisu, un negozio dove si trova di tutto. Ho fotografato vari prodotti curiosi, ma questi sono tra i più curiosi. Occhiali da sole per il tuo gatto o cane?
Non ho avuto il coraggio di comprarli e mangiarli. Snack al formaggio fatto con pasta cotta e disidratata?????
Penne con una estremità con l’emoji della m….
Visto che ci siamo, facciamo spesa al supermercato e mangiamo a casa. Mi prendo degli udon, da bollire per due minuti e poi raffreddare. Buoni!
Il tavolo della nostra cena

Treno prossimo a Skin-Osaka. Passo e chiudo.

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