Giovedì 5 Ottobre 2023

#esperienze

La giornata potrebbe finire adesso e io sarei già soddisfatto per ciò che ho fatto oggi, anche se sono solo le 9:56.

In piedi alle 6, stamattina ho voluto approfittare dell’alba ormai oltre le 7 e della necessità di variare una routine positiva ma, come tutto ciò che si ripete immutabile, noiosa. Mi sono detto “perché non anticipare la camminata del dopo colazione all’alba, incluso bagno in mare?”. Così ho fatto. Alle 7 sono uscito di casa e all’alba ero in spiaggia.

Il tempo di spogliarmi e mi sono buttato in acqua. Vento quasi assente, mare poco mosso quasi calmo, acqua per niente fredda – ieri a mezzogiorno con il sole e un po’ di brezza era molto più fredda – e una pace incredibile. in pochi minuti qualche persona è apparsa a passeggiare sulla riva e a portare a spasso il cane. Il sole nel frattempo ha cominciato a farsi largo tra le nuvole. Esco ad asciugarmi e una signora mi sorprende passando, chiedendomi “ma non è fredda l’acqua?”.

Decido di dare due passi scalzo sulla riva, prima di tornare a casa. Un frattino è a caccia della sua colazione. Lo vedi nella foto sotto.

Ci sono pochi suoni nella vita che trovo più rilassanti del rumore delle onde del mare.

Tempo di tornare a casa e, visto il livello di energia ancora elevato, decido di svolgere una nuova serie di esercizi a intervalli ad alta intensità, prima della meritata colazione. Per un attimo, tornando, mi è balenata l’idea di prendermi due cornetti freschi e mangiarmeli a casa, ma poi ha prevalso la mia vena salutista. Cosa di meglio dei miei fiocchi d’avena, semi di lino, latte di soia e banana, più pane di segale tostato e marmellata? Vegana, integrale, salutare, più di qualsiasi cornetto alla crema.


#esercizio

Opto per una serie che non avevo ancora mai svolto, di 20 esercizi da 35 secondi, con 25 secondi di pausa.

Doccia fredda, refrigerio dopo una bella sudata, e poi colazione. La stanchezza felice che mi pervade in questo momento è il segno che l’accoppiata bagno freddo (e doccia fredda) di 10 minuti e seguente esercizio fisico stanno rilasciando dopamina nel mio corpo, stanco perché i muscoli hanno lavorato bene.


#libri

Sono quasi a due terzi di Il nemico di Iain Reid e oggi lo finisco. Non vedo l’ora di arrivare al momento della rivelazione di questo thriller psicologico. L’altro ieri mi sono dimenticato di segnalare la conclusione di L’ultima cosa bella sulla faccia della terra. Non mi ha particolarmente colpito, anche se è una piacevole lettura, introspettiva, con diversi narratori e salti temporali. Breve ma intenso. Certamente leggerei altro di Michael Bible dopo questa prima esperienza.

Nel continuare la critica al mondo della sanità in Cause naturali, mi sono imbattuto in un curioso passaggio, a propositi di rituali:

La ghirlanda di margherite mi ha colpito. Potere di Internet e della lettura digitale, dalle note sono andato subito alla fonte – The Character of Human Institutions: Robin Fox and the Rise of Biosocial Science – e al capitolo Drink and Duty: Extreme Drinking Rituals in the British Army, per trovare poi il passaggio originale, curioso quanto sorprendente, almeno per me che ho fatto il servizio civile:

Molto pochi dei veterani soldati di fanteria con cui ho parlato sono rimasti scioccati da tali attività. Sebbene inizialmente omofobici e disprezzanti nei confronti di qualsiasi cosa “gay”, diversi dei miei informatori più anziani nella fanteria (in particolare quelli dei reggimenti “d’elite”) hanno confessato di aver preso parte a cose come la “ghirlanda di margherite” ubriachi: un cerchio di soldati collegati attraverso la penetrazione anale. Un sergente ha chiarito che tali atti riguardavano il legame e la fiducia, e la sua spiegazione riecheggiava i temi della fratellanza maschile nei grandi epici menzionati in precedenza:

Per un soldato, la missione di sei mesi è il periodo più intenso che abbia mai avuto con chiunque, persino con sua moglie. Durante il servizio, fanno pipì, dormono, fanno la cacca e mangiano insieme. È necessaria una persona speciale per armarsi di baionetta e uccidere qualcuno da vicino. Devi conoscere la persona accanto a te. La cameratismo in guerra è qualcosa di incommensurabile, e possono avvicinarsi di più a questo attraverso l’evasione che l’alcol offre loro. Quanto più vicini puoi arrivare ai tuoi amici se non facendo sesso e facendo cose come la ghirlanda di margherite? È come un matrimonio, non è vero?

The Character of Human Institutions: Robin Fox and the Rise of Biosocial Science

No comment.

È uscito un nuovo libro curato da The School of Life e Alain de Botton che, da quel che ho capito, impacchetta in una nuova forma testi usati in altri formati, come il canale YouTube, che ti consiglio sempre: A Therapeutic Journey. Prossima lettura.

Ieri ho scovato anche una nuova uscita Hoepli dall’autore di Essentialism, Greg McKeown: zero sforzo. Considerando come ho apprezzato il primo libro, farò presto salire anche questo in cima alla coda di lettura.


#articoli

Incuriosito dal nuovo libro di Michael Lewis, prolifico autore che non avrai letto ma di cui avrai visto alcuni film tratti dai suoi libri – Moneyball, The Blind Side, The Big Short – sono finito su due articoli. Il primo del Los Angeles Times stronca il libro, Going Infinite, alla grande, suggerendo di leggere un altro libro sul tema cripto, truffe, FTX e SBF: Number Go Up.

Il secondo del Guardian racconta il processo con cui Lewis sceglie un soggetto su cui scrivere un libro, come anche per questo su SBF. Entrambi da leggere, se sei curioso di cripto e di editoria.


Testo originale tradotto da Jetpack AI:

Very few of the experienced infantry soldiers I spoke with were shocked by such activities. Although ostensibly homophobic and decrying anything remotely “gay,” several of my older informants in the infantry (particularly those from the “elite” regiments) confessed to having taken part in such things as drunken “daisy chains”: a ring of soldiers connected through anal penetration. One sergeant was clear that such acts were about bonding and trust, and his explanation echoed the themes of male bonding in the aforementioned great epics:

For a soldier, deployment for six months is the most intense period he’s ever had with anyone, even his wife. On tour, they are pissing, sleeping, shitting, eating together. It takes a special person to fix a bayonet and kill someone at close quarters. You need to know the person next to you. The comradeship in war is something that is immeasurable, and they can get closer to that through the escapism that alcohol gives them. How much closer can you get to your friends than having intercourse and doing things like daisy chaining? It’s like a marriage, isn’t it?

The Character of Human Institutions: Robin Fox and the Rise of Biosocial Science

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