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Offesa per conto del prodotto che ho appena cominciato a illustrare, preciso: «Praticamente non esiste essere vivente che non sia contattabile».
Dico «nessun essere vivente» e penso a lei, con le zampe infilate tra le piume, «posata» sui cuscini. Come ci si sente a poter contattare ogni essere vivente?
«Triste» ammetto io, e lei ripete, Triste?
«Poter vedere tutti a tutte le ore abbatte la prospettiva e il tempo. Aggiungici l’isolamento e la distanza da cui la maggior parte della gente guarda, con internet si finisce per avere l’impressione che uno stia dando una festa e contemporaneamente faccia immersioni subacquee, inforni un dolce con una prozia, compia cinquant’anni».
Sembra un gigantesco attacco di panico.
«Non è colpa della tecnologia» dico io. «Internet è neutrale. È la gente che lo rovina, postando solo i momenti migliori, come se fosse sempre sabato sera. Ma la vita è più che altro un mercoledì pomeriggio. Nessuno mostra la solitudine o il tedio. E chi pubblica post sinceri viene considerato un piagnone».
Se non sai che sei viva di Marie-Helene Bertino
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