Integrity report Ed. Febbraio 2024

Meraviglia del blog, 7 anni fa condividevo in pubblico una mia interpretazione del concetto di integrity report.

Per l’occasione vado a rispondere alle 3 domande che mi ponevo per ognuno dei valori su cui volevo concentrarmi al tempo, più una riflessione finale

Crescita personale

Imparo qualcosa di nuovo ogni giorno?

Conosco i miei limiti e sono pronto ad andare oltre?

Ho abitudini che permettono di crescere tutti i giorni?

In questo arco di tempo ho fatti molti passi avanti. Forse non imparo qualcosa ogni giorno in forma sistematizzata, ma di cose ne ho imparate e di queste molte sono oggi parte della mia auto consapevolezza e della mia routine quotidiana.

I limiti tendono a espandersi, così come il loro continuo test. Rispetto a 7 anni fa ho sperimentato molto e in molti ambiti della vita, tanto che la mia giornata o la mia settimana tipo è molto diversa da allora. Ho molto più tempo per la scoperta, frequento persone diverse, ho un approccio alle relazioni più maturo, grazie a quanto ho imparato dalle esperienze della vita. Ho chiuso con i social media e il social media marketing. Ho interrotto il consumo continuo di media. Ho dedicato tempo a studiare me stesso e ciò che mi fa star bene.

Forse non sono costante con le abitudini positive, ma ho ben chiare quali siano e il mio stato psicofisico dimostra che ciò che faccio su base quotidiana mi fa star bene. Non ho rivoluzionato la mia vita, ma tra digiuno intermittente, priorità al sonno, vita all’aria aperta, tempo dedicato a cucinare, semplificazione del regime alimentare totalmente a base vegetale e integrale, riduzione del consumo e del possesso, ho implementato piccoli miglioramenti, uno dopo l’altro, che hanno dato i loro frutti. Posso dirmi soddisfatto, consapevole che ho ancora ampio margine di miglioramento, senza alcuna ossessione nel perseguirlo.

Curiosità

Leggo materiale che mi incuriosisce?

Frequento persone da cui imparare?

Dedico tempo per esperienze nuove?

A rifletterci su mi viene da sorridere. La prima e la terza domanda non me le pongo neanche più, da quando la sperimentazione e la cultura sono parte integrante della mia vita, anzi. Sento forse che dovrei porre un freno alla mia curiosità. Le avventure cadendo nella tana del Bianconiglio lo dimostrano.

Sulle persone da frequentare ci sarebbe da fare un’ampia riflessione. Quello che sono riuscito a fare è ridurre, se non quasi azzerare, la frequentazione delle persone da cui ho capito che ho poco da imparare. Sul trovarne di nuove, rispetto a 7 anni fa ho fatto qualche passo avanti. La realtà è che non mi pongo più la domanda con la stessa urgenza. Ho capito che posso imparare da ogni esperienza, anche con gli sconosciuti conosciuti in viaggio e mai più rivisti, come posso imparare da sconosciuti che mi parlano a libri, fumetti e film.

Minimalismo

Pratico uno stile di vita coerente?

Lo stile di vita è vissuto con gioia o come un peso?

Anche queste due domande mi fanno sorridere. Sono più che felice di vivere con poco e sempre con meno. Il mio obiettivo è di ridurre ulteriormente entro il passaggio dei 50 anni, ormai vicino. In cucina potrei vivere con un forno a microonde e poco altro. Per lo studio, l’intrattenimento, la comunicazione, il lavoro, le relazioni mi bastano il computer, il tablet, lo smartphone, il TV grande schermo, l’ebook reader e nessun altro oggetto. Un letto, un tavolo, una sedia e poco altro. Il resto è composto da qualche comodità che mi semplifica la vita ma di cui potrei tranquillamente fare a meno. Anche lo spazio che ho è vissuto con gioia, pace e tranquillità. Ho un rapporto ottimo con il mio spazio vitale.

Salute

Dedico sufficienti energie all’esercizio fisico?

Ho un’alimentazione sana ed equilibrata?

La salute mentale è allineata con quella fisica?

Aver smesso di occuparmi di social media marketing, di frequentare persone non allineate con i miei valori, ridotto lo stress da spostamenti in giro per l’Italia in treno ha certamente favorito la mia salute mentale, insieme allo yoga e alla meditazione. Sento anche che, quando viaggio e quando passo meno tempo alla scrivania, non ho più neanche bisogno di meditazione e di pratiche di rilassamento perché sono già rilassato. Certamente non seguire le notizie generaliste, non guardare TG e non leggere giornali, non preoccuparmi di nulla ha contributo in egual misura ad avere uno stato mentale pressoché ottimale.

L’esercizio fisico non è in cima ai miei pensieri ma nell’ultimo anno sono riuscito a recuperare una situazione di improvviso sovrappeso, anche se limitato, arrivando a uno stato di forma fisica mai raggiunto prima. L’alimentazione ormai è al 90% a base vegetale, con limitate eccezioni fuori casa. L’equilibrio dei nutrienti e la semplicità della dieta contribuiscono a un peso forma costante se non uguale, giorno dopo giorno, mese dopo mese, con oscillazioni limitate.

Autonomia

Ho raggiunto uno stile di vita autosufficiente?

Ho cura delle mie risorse finanziarie?

Ho una visione che mi consente di restare autonomo nel lungo termine?

Forse queste sono le vere domande su cui dovrei concentrarmi di più. Aver abbandonato la mia fonte principale di reddito a fine 2018 e aver smesso di fatturare da oltre 6 mesi, senza aver intaccato le mie riserve, la dice lunga sulla possibile sostenibilità del mio attuale stile di vita.

La visione non è chiara, ma certamente è più delineata rispetto a 7 anni fa. Potrei avere molta più cura delle mie risorse finanziarie, questo sì.


In definitiva posso ritenermi soddisfatto dell’allineamento tra valori personali e pratica quotidiana. Non è stato un percorso immediato, né automatico. Ho certamente capitalizzato su buone pratiche, con le idee chiare, pronto a pagare un prezzo per le mie decisioni controcorrente. Ho perso per strada compagni di viaggio e ne ho trovati altri, ho imparato ad accettare ciò che non posso cambiare. Ho cominciato a fare i conti con la finitezza dell’esperienza umana. Nelle ultime settimane non sono mancati i giorni in cui ho ridotto, riordinato, pulito i miei spazi come se dovessi partire per un lungo viaggio e non tornare più (metafora neanche troppo lontana della morte).

Allo stesso tempo ho bloccato parte dell’agenda del 2024 per fare esperienze che non voglio rimandare: del doman non v’è certezza. La vita non finisce a 50 anni, ma le possibili scelte si riducono giorno dopo giorno, in modo impercettibile spesso, fino a che alcune di queste si esauriscono. Per salute che non c’è più, energia che manca o chiusura della finestra di opportunità. Ho l’impressione che i più abbiano presto dimenticato la lezione dell’ultima pandemia, tornando a procrastinare esperienze che non dovrebbero essere rinviate. Ognuno fa i conti con la propria coscienza. Io con la mia.


Proprio la scorsa settimana mi sono reso conto che una esperienza fondante della mia identità, dopo 30 anni precisi, è diventata parte del passato. Molto probabilmente non potrò più frequentare gli spazi o le persone associate a quell’esperienza e me ne sono reso conto l’ultima volta che li ho frequentati. Quell’esperienza ormai fa parte del passato. Inutile guardare indietro con nostalgia o con dispiacere. Ciò che ho fatto invece è stato comprendere che quell’esperienza me ne precludeva un’altra, altrettanto se non più importante, e che il nuovo scenario mi apriva una nuova porta. Invece di guardare indietro ho mosso subito qualche passo avanti verso la nuova porta. Non voglio dirti a quali due esperienze mi riferisco perché fanno parte della mia sfera personale privata, ma spero di aver reso il senso del percorso. Potere dell’autoconsapevolezza pratica ogni momento.

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