Argentina: conoscere un paese attraverso il cinema

Nel preparare il viaggio in Sud America mi sono messo da parte alcuni film che poi non sono riuscito a vedere prima di partire. Sto recuperando ora, quasi ancor più felice di poter riconoscere luoghi in cui sono stato, almeno a Buenos Aires.

Ho visto due film negli ultimi giorni, uno molto recente e uno di circa 20 anni fa: Los delincuentes (2023) e La ciénaga (2001).

La Ciénaga (2001)

Devo averlo scoperto per la prima volta in un libro sul meglio del cinema internazionale, paese per paese, o, più banalmente, sulle raccomandazioni di carattere culturale di una guida di viaggio sull’Argentina.

La Ciénaga, tradotto in inglese come The swamp, la palude, è considerato il capostipite di un nuovo modo di fare cinema in Argentina. Occhio puntato sulla borghesia decadente, dedita all’alcol, all’ozio. Molti elementi sono autobiografici. Uno spaccato di due famiglie in cui succede poco di rilevante. Rappresenta il nord dell’Argentina, da dove proviene la regista Lucrecia Martel, Salta.

Il New York Times lo descrisse così:

In the world according to ”La Ciénaga,” the heat is unbearable, the sun unrelenting and the air thick with the ominous rumble of thunder. A middle class family, seeming marooned in a shabby mansion in an isolated corner of the country, goes through the motions of life.

The house is rotting in the humidity, its swimming pool is fetid with decaying, fallen leaves, while the masters of the house slowly collapse into middle age, aided by a never-ending supply of alcohol.

Making Argentina Matter Again

Uscito nel 2001, selezionato per il Festival di Berlino e poi uscito a New York e in altri festival, La Ciénaga è un film citato in molti libri sul cinema internazionale, il cinema latino americano, il cinema queer.

Seguono alcuni estratti:

Uno di quei film da vedere senza pressioni di trama o di azione, lasciandosi trasportare, come il film che segue, anche se verso il finale qualcosa di imprevisto succede.

Los delincuentes (2023)

Lo avevo in lista almeno dal dicembre scorso, considerando che viene considerato da molti critici come uno dei migliori film del 2022. Non condivido il link al trailer e non ti consiglio di vederlo perché è pieno di spoiler. Il film dura poco più di 3 ore, quindi la storia è articolata. Apparentemente è un film su una rapina in banca, ma in realtà la rapina è un pretesto per parlare d’altro.

L’importanza (o meno) del lavoro nella vita, la ripetitività del lavoro, il senso della vita, il tempo che passa. Tutti temi con cui ho una certa affinità, in termini di riflessione, avendo deciso ormai da anni di lasciare un percorso per cercarne un altro.

Un film da vedere assolutamente rilassati, senza aspettarsi scene di azione, inseguimenti, caccia al rapinatore o cose del genere. Un film che contiene molti ammiccamenti allo spettatore. Nota per esempio i nomi dei personaggi principali. Come scrive Vulture, per quanto lungo, non è mai noioso o almeno io non l’ho percepito come tale. Visto in una unica sessione, non mi sono annoiato un secondo. Alcune lunghe scene sono quasi un documentario sulla montagna argentina. Un po’ alla Malick, per certi versi. Vedilo come un allenamento alla pazienza, anche se ho visto film più corti e molto molto più lenti e dove apparentemente non succede niente. Qui la storia c’è. Su Reddit c’è un piccolo dibattito che ti consiglio di leggere a visione completata. Qualche aneddoto simpatico c’è sull’intervista rilasciata dal regista all’ufficio stampa del Festival di Cannes. Sempre a visione completata, qualche riflessione intelligente la trovi in questo sito.

Altra cosa divertente è stato il riconoscere alcune location a Buenos Aires, come questa, vicino alla zona centrale dell’obelisco:

Effetto collaterale del viaggiare.

Dal film poi ho estratto un frammento di un dialogo con considerazioni che ho fatto anch’io, in un contesto diverso:

I have to wake up at the same time, wear the same clothes, take the same subway.

Do exactly the same as the day before, surrounded by the same people.

I clock in every day. And for what?

To pay for the apartment, buy a suit once in a while, a new shirt, get the newest cell phone, save money to take 15 days off…

Fifteen days per year! Fifteen out of 365 days.

To have spare time, supposedly spare because… you go to a beach and you find the same people that you meet on the subway the rest of the year. We live only to work.

When you meet someone in the city for the first time, what do they ask? What’s your job?

That is why I don’t want to work. I want to live like you.

Los delincuentes

Se mai ci fosse bisogno di dimostrare che il cinema è molto più di Hollywood o del cinema europeo, per quanto ricchi e di qualità.

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