Viaggiare per lunghi periodi, almeno a me, fa pensare e riflettere sulle dinamiche del turismo. Durante luglio e agosto poi, la riflessione prende un’altra piega per il fatto di vivere in una città, Senigallia, che di turismo ci vive. Il fenomeno del turismo moderno, seppur nella declinazione balneare, orientata alla famiglia, per lo più italiana, si manifesta in modo evidente con l’esplosione di ristoranti, bar, pizzerie e locali che hanno come obiettivo prevalente quello di vendere cibo e bevande ai turisti d’estate. Tavolini ovunque nelle strade del centro storiche, gelaterie che si moltiplicano nonostante un’offerta già ricca, riduzione di altri esercizi commerciali e il conseguente parziale deserto che si viene a creare nei mesi non estivi, dove buona parte di queste attività non sono aperte. Un problema sotto i miei occhi che è niente rispetto a ciò che vivono altre città e altri ambienti.
Tempo fa mi sono iscritto a una newsletter sui viaggi, con un’attenzione speciale all’Asia e al Sud Est Asiatico: Travelfish. Solo dall’ultimo numero ho estratto alcuni link che meritano ognuno attenzione e riflessioni. Alcuni articoli sono dietro paywall, ma si possono leggere tranquillamente da desktop con Bypass Paywalls.
La scomparsa dei turisti cinesi
L’ho notato in Giappone, dove mi aspettavo una presenza cinese molto più massiccia. L’articolo evidenzia come i cinesi non sono tornati a viaggiare, soprattutto nel Sud Est Asia, come ai livelli pre pandemici. Giappone incluso.
Turismo e prostituzione
Sembra che in Colombia il boom del turismo abbia portato anche a una esplosione dell’offerta di sesso a pagamento per i turisti. Efficace una citazione, che potrebbe valere ovunque o quasi:
The mid-20th century president, Alberto Lleras Camargo, used to say that tourism turns regions into prostitutes. He feared local communities would end up selling themselves to anyone with money, burying their culture and souls, and sacrificing themselves on the altar of the insatiable idol of profit.
Il presidente Alberto Lleras Camargo […], solitamente affermava che il turismo trasformasse le regioni in prostitute. Temeva che le comunità locali finissero per vendersi a chiunque avesse denaro, seppellendo la propria cultura e anima, e sacrificandosi sull’altare dell’insaziabile idolo del profitto.
Il narcisismo ha ucciso il turista
In the spirit of Ruskin in making travel a little more challenging, a little slower, it may encourage a resurgence in the art of really looking. More importantly, it should encourage an examination of what tourism means for places so buckling under the strain of numbers that, for their inhabitants, they are no longer places for living, working and being, but simply for propping up an unsustainable artifice.
Nello spirito di Ruskin, rendere i viaggi un po’ più impegnativi, un po’ più lenti, potrebbe incoraggiare una rinascita dell’arte di guardare davvero. Ancora più importante, dovrebbe incoraggiare un’analisi di cosa significhi il turismo per luoghi che sono così sovraccarichi da non essere più luoghi in cui vivere, lavorare ed esistere per i loro abitanti, ma semplicemente luoghi che sostengono un’artificiosità insostenibile.
Riflessione stimolante su cosa è diventato il turismo al tempo di Instagram: una collezione di momenti fotografati per il mero scopo di essere condivisi, senza neanche avere il tempo di vivere questi momenti. Con l’effetto dell’eccesso di turismo sui luoghi più fotografati e fotografabili, senza curarsi di tutto il resto. Purtroppo anche in Giappone ho assistito a turisti impegnati soltanto nel trovare la posa giusta di fronte a un panorama o a un tempio, incuranti di ciò che li circondava. Pronti al prossimo scatto qualche metro più avanti. Questa concezione del viaggio mi disgusta. Non solo me, a leggere l’articolo.
Itinerari di viaggio con AI
Qualche testimonianza su come usare ChatGPT per farsi suggerire mete e itinerari di viaggio. Proverò a fare lo stesso, anzi qualche esperimento l’ho già fatto, per farmi suggerire itinerari con vincoli temporali su mete che conosco già, per valutarne l’efficacia. Neanche a dirlo, il tutto può generare conseguenze che non siamo ancora in grado di immaginare, in termini di impatto sul turismo e sulla massificazione di nuove mete.
Meno turismo in Natura
Partendo dalla montagna e arrivando a discutere di Natura nel suo insieme, il pezzo argomenta contro l’esperienza del viaggio nella Natura, perché è un danno per l’ambiente stesso.
This is not an easy pill to swallow for many, as it requires sacrificing what we view as a right and an entitlement when it comes to enjoyable and rewarding aspects of our privileged lifestyles. But not everyone can or should seek awe from Nature in these ways. A study in Poland has linked mountainous hiking to eutrophication in alpine lakes, while other studies have demonstrated how scuba diving has damaged Thailand’s coral reef systems and Mexico’s marine environment. It is telling that even these seemingly remote places are being degraded by people who seek the thrill of going where few can or do go.
Admire wilderness from afar. And if you are desperate to seek awe from Nature, do so by finding value in the practice of respecting aspects of Nature in your immediate vicinity. Help regenerate it, minimising your own impact on it, and start advocating for systemic change in the ‘awe industry’.
Questo non è un concetto facile da accettare per molti, poiché richiede di sacrificare ciò che consideriamo un diritto e un privilegio quando si tratta degli aspetti piacevoli e gratificanti dei nostri stili di vita privilegiati. Ma non tutti possono o dovrebbero cercare meraviglia dalla Natura in questi modi. Uno studio in Polonia ha collegato l’escursionismo in montagna all’eutrofizzazione dei laghi alpini, mentre altri studi hanno dimostrato come le immersioni subacquee abbiano danneggiato i sistemi di barriera corallina della Thailandia e l’ambiente marino del Messico. È significativo che anche questi luoghi apparentemente remoti siano degradati dalle persone che cercano l’emozione di andare dove pochi possono o vogliono andare. Ammira la natura selvaggia da lontano. E se sei disperato nel cercare meraviglia dalla Natura, fallo trovando valore nella pratica di rispettare gli aspetti della Natura nella tua immediatezza. Aiuta a rigenerarla, riducendo al minimo il tuo impatto su di essa e inizia a sostenere un cambiamento sistematico nell’industria della meraviglia.
Il turismo ecosostenibile è una contraddizione in termini. Si tratta di un altro modo di mercificare l’ambiente e farlo diventare di massa. L’impatto si riduce, ma in valore assoluto aumenta, aumentando la massa di turisti. La scelta giusta è astenersi, purtroppo.
Illuminante il paragrafo sui safari in Africa:
Another example is the vulgar safari tours in Africa where hordes of supposed Nature lovers want to get close to lions hunting and eating other animals, film these encounters from the comfort of their four-wheel drives, and feel they have connected with Nature by having now experienced the cruelty of the animal world.
This disconnect is fundamental to the way advanced societies perceive the modern relationship with environment: Nature has to be transformed into tangible capital or intangible experiences that improve our lives. And in many instances so that people can simply have bragging rights. The intrinsic value of Nature has been subsumed by its instrumental value.
Un altro esempio sono i volgari tour safari in Africa, dove folle di presunti amanti della natura vogliono avvicinarsi ai leoni che cacciano ed mangiano altri animali, riprendere questi incontri comodamente seduti sulle loro auto a quattro ruote e sentirsi connessi con la natura, avendo ora sperimentato la crudeltà del mondo animale. Questa disconnessione è fondamentale per il modo in cui le società avanzate percepiscono il rapporto moderno con l’ambiente: la natura deve essere trasformata in capitale tangibile o in esperienze immateriali che migliorano le nostre vite. E in molti casi, affinché le persone possano semplicemente vantarsi. Il valore intrinseco della natura è stato soppiantato dal suo valore strumentale.
Stay Grounded
Ho scoperto un movimento che contrasta il viaggiare in aereo. Da approfondire. Il 25 luglio c’è un webinar sul tema del viaggiare (troppo) in lungo e in largo. Mi sono iscritto.
Ci sono altri 4 link che aggiungo sparsi. Due articoli che non ho ancora letto, uno sulla falsa promessa del volare verde e una riflessione sulla decrescita sul New Yorker. Una newsletter sul Vietnam, dove si spiega la controversia sul film Barbie e un articolo sul boom del turismo in Vietnam, destinato a rimanere inferiore alla Thailandia per molto altro tempo.
Immagine e traduzioni realizzate con ChatGPT e Bing
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