Domenica 30 Luglio

In uno dei tanti libri letti anni fa sul networking ho trovato scritto una pratica che ho sempre applicato, anche prima di aprire un blog. Se vuoi coltivare una relazione personale, uno dei modi più efficaci è aiutare la persona in questione ogni volta che puoi. Nell’era digitale significa, per esempio, inviargli o segnalargli un contenuto che sei sicuro gli sarà utile: un link a un articolo o a un video che approfondisce un argomento a lui caro, un libro/film/serie TV che hai letto/visto e sai essere nei gusti del tuo interlocutore, una segnalazione di un’offerta di lavoro/collaborazione da parte di un terzo che conosci e che ti ha chiesto una referenza, il contatto con una terza persona che credi abbia affinità con il tuo amico/contatto, la segnalazione di una opportunità (evento/conferenza/corso) afferente agli interessi personali/professionali del tuo interlocutore.

Ogni volta che compi questa azione, raggiungi obiettivi diversi: sei utile al tuo interlocutore in maniera concreta, più è concreto e mirato ciò che gli segnali e in più, indirettamente, mostri che pensi a lui e che tieni al vostro rapporto.

Per anni, ho fatto esattamente questo: ho filtrato informazioni per conto terzi. Privatamente e pubblicamente. Per gruppi di persone e per singoli, per amici e contatti professionali. Questo comportamento mi ha procurato rispetto, gratitudine, attenzioni, opportunità, lavoro, reputazione positiva.

Da quando i blog sono caduti in disgrazia e ho scelto di chiudere i miei profili sulle piattaforme social, l’attenzione verso le mie segnalazioni è scemata e il mio network di relazioni si è ridotto, fino a quasi implodere su se stesso quando ho mollato il social media marketing. Non tutto è andato perduto: una frazione dei miei contatti è rimasta attenta alla mia newsletter e al mio blog. Al lancio di Saper Imparare alcune decine di questi hanno risposto, perfino decidendo di aprire il borsellino per un contributo di partecipazione. In questo post voglio parlare di altro, quindi sospendo il ragionamento su Saper Imparare.

Negli anni di assenza dal social web e in parte anche dal blogging, ho continuato a segnalare contenuti utili al mio network di contatti in forma privata. Da questa esperienza ho imparato molto sulle persone. C’è chi genuinamente apprezza e ringrazia. C’è chi riconosce lo sforzo e il valore e cerca di ricambiare. C’è chi comprende il meccanismo e lo adotta verso i propri contatti (e con me). C’è chi se ne avvantaggia, ma non dimostra apprezzamento. I più rientrano in questa ultima categoria. I motivi possono essere i più disparati: mancanza di attenzione, altre distrazioni date da famiglia/lavoro. La cosa più grave in tutto ciò è che, al di là del mancato ringraziamento rispetto al valore offerto spontaneamente, non viene percepito neanche che tengo al nostro rapporto.

Per quest’ultimo motivo sono arrivato alla conclusione che coltivare queste relazioni è tempo perso. In questi giorni più e più volte mi sono imbattuto in contenuti che so sarebbero stati interessanti per Tizio e Caio. In altri momenti non avrei esitato: avrei interrotto ciò che stavo facendo e avrei inoltrato subito quel contenuto a Tizio, sicuro di fargli cosa gradita. Oggi, invece, ci penso e decido coscientemente di non condividere. Mi astengo da una pratica che ho sempre svolto con piacere e spirito di servizio. Se mi va, condivido quel contenuto pubblicamente, sulla community o su questo blog. In molti casi lo tengo per me. La mancanza di voglia di condivisione è un segno chiaro di disagio che manifesto e di cui sono consapevole. Applicando un po’ di autoanalisi è probabilmente questa la ragione per cui, salvo scrivere su questo blog, ho perso la voglia di promuovere online (e in altre forme) ciò che faccio e di sviluppare relazioni per nuove attività: ho perso fiducia nel prossimo.

Come si fa a recuperare questa fiducia?

Non ho una risposta a questa domanda e probabilmente non sono nello stato d’animo di volerla trovare.

Ciò che ho cominciato a fare è rinnovare il mio network di relazioni, innestandone di nuove, lasciando andare le vecchie per il proprio corso, aprendomi a conoscere e coltivare le relazioni più recenti e più fresche. Avviare nuove relazioni è un impegno che richiede tempo ed energie, ma credo sia indispensabile per respirare aria fresca: tenere aperte tutte le finestre, lasciar uscire l’aria consumata delle vecchie relazioni e farne entrare di nuova. Questo processo di rinnovamento non è cominciato adesso. Ciò che sento cambiato è che si contano ormai sulle dita di una mano le relazioni di lunga data che salverei da questo rinnovamento. Il nocciolo duro si è ristretto negli anni e ciò che è rimasto non mi soddisfa più. Triste, ma è constatare la realtà. Posso scriverlo senza che nessuno domani mattina mi chieda un confronto perché gli amici del nocciolo duro, per la quasi totalità, non leggono queste pagine (non che siano tenuti, anzi, nessuno li aspetta) e non hanno neanche questa consapevolezza, pur essendo più intelligenti e sensibili della media delle persone che conosco. Così è. C’è da prenderne atto e andare avanti. Senza recriminazioni. Senza rancore. Senza rivendicazioni.

Oggi riflettevo a voce alta, con un amico del nuovo corso, del fatto che nell’ultimo anno ho viaggiato con due, anzi tre amici che conosco da poco più di due anni e non ho mai viaggiato con amici che conosco da una vita. Lui mi ha risposto che tutti i suoi amici più stretti sono amici con cui ha condiviso almeno un viaggio. Questo è il genere di confronto e di riflessione di cui ho bisogno oggi. Grazie N.

2 risposte

  1. “È giusto rifiutare qualcuno. In effetti, è addirittura meglio rifiutarli se hai concluso che non sono adatti a te. Infatti, allontanandoti non solo ti liberi per trovare qualcuno che puoi amare, ma stai anche liberando il tuo potenziale partner di allora a trovare qualcuno che possa amarlo. Non sentirti in colpa. Se sappiamo che il […]

  2. Io credo che ognuno di noi si doni al prossimo in forme e maniere differenti. Il punto focale delle relazioni è il saper riconoscere quelle forme. Non penso fosse sbagliata la tua voglia di condividere ma credo che sarebbe ingenuo credere che le relazioni debbano essere un do ut des: diventerebbe una forma di mercanzia. Continua a dare ciò che è nella tua natura e non aspettarti lo stesso in cambio. Chi vorrà farti compagnia nel percorso ricambierà, probabilmente in modi che a te non verrebbero mai in mente.
    Ciao,
    Emanuele

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.