Il successo è posizionale
Il motivo per cui uomini (e donne) ricchi e di successo continuano a correre sulla ruota del criceto, quando potrebbero tranquillamente scendere e godersi il frutto del proprio lavoro, è (anche) perché vogliono sentirsi più in alto in una classifica in cui competono con gli altri. Peggio per loro.
“Success is fundamentally positional, meaning it enhances our position in social hierarchies. Social scientists for decades have shown that positional goods do not bring happiness. Even money, which people swear they like simply for what it will buy, becomes largely positional beyond a relatively low level. As the Dalai Lama once reminded me, people have ten fingers but buy twenty rings. This positionality is part of how we are naturally wired.”
Arthur C. Brooks, From Strength to Strength: Finding Success, Happiness, and Deep Purpose in the Second Half of Life
Le relazioni restano importanti
Lo so bene e devo ricordarmelo continuamente, perché l’esperienza empirica mi spinge invece a cercare di farne a meno, sostanzialmente per mancanza di affinità. Eppure no, non va bene. Le affinità vanno cercate, sviluppate e coltivate, ma non è facile.
“Relationships are all there is. Everything in the universe only exists because it is in relationship to everything else. Nothing exists in isolation. We have to stop pretending we are individuals that can go it alone.”
Keith Ferrazzi, Never Eat Alone
Il massacro di Sabra e Shabila
Uno dei punti di forza dell’arte è che ti permette di incuriosirti della storia, anche quando meno te l’aspetti. Ho scelto di vedere Waltz with Bashir attratto dall’animazione simile a una graphic novel – straordinaria – e ho finito per imparare qualcosa del massacro di Sabra e Shabila, di cui ho sentito parlare più volte e che mai avevo approfondito.
Se non ne sai nulla, guarda il film. Un documentario creato attraverso l’animazione. Mai visto niente del genere prima. Non per niente ha vinto molti premi e 15 anni fa fece scalpore. In Italiano lo trovi su Miocinema.it. In inglese è online dove vuoi.
Poi vatti a leggere, finito il film, la pagina di Wikipedia sul massacro. La cosa che noto ora, passando dalla pagina in inglese a quella in italiano, è che la stima del numero di morti varia da una pagina all’altra, ma il tetto massimo resta lo stesso. Neanche te lo voglio dire. Scoprilo da solo. La recente tragedia di Gaza dimostra che la storia si ripete, purtroppo. Almeno finché non si affrontano le conseguenze di certe scelte storiche.
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