In una settimana – 2/2024

Ho scritto poco questa settimana, sostanzialmente perché ho avuto la testa presa da altro. Sto organizzando due viaggi per la prima metà di questo 2024 e ho cominciato a definire tempi, luoghi e i primi biglietti aerei. Vado a mettere un’altra bandierina in Europa e altre in un continente che conosco ancora poco. Avremo modo di riparlarne. Per ora ho preso in tutto 7 biglietti aerei per 11 voli e altri ne devo ancora prendere.

Ottimi passi avanti per qualcosa in cui credo, ovvero:

Making deliberate choices about how to spend your money and your time is the essence of making the most of your life energy.

Remember that “early” is right now. Of those experiences you thought about earlier, think about which ones would be appropriate to invest in today, this month, or this year. If you’re resisting having them now, consider the risk of not having them now.

Die with Zero

Ho finito di vedere tutti i film di Stanley Kubrick che ancora non avevo visto, ovvero i suoi primi tre:

  • Fear and Desire: il primissimo, quasi un esercizio di scuola e il meno interessante;
  • The Killer’s Kiss: fatto con due lire e con qualche idea;
  • The Killing: il più interessante dei tre, con un ottimo finale.

Per quanto non abbia bisogno di qualcuno che sostenga le scelte relative al mio stile di vita – scelte controcorrente, comprese da pochi, spesso impopolari – colgo sempre con interesse la lettura di autori che promuovono anch’essi, indirettamente, lo stesso stile di vita. Mi sento meno solo e più compreso, come nel caso del filosofo coreano Byung-Chul Han e del suo ultimo (in inglese e immagino presto tradotto da Einaudi) Vita contemplativa:

True life begins when concern for survival, for the exigencies of mere life, ends. The ultimate purpose of all human endeavour is inactivity

We owe true happiness to the useless and purposeless, to what is intentionally convoluted, what is unproductive, indirect, exuberant, superfluous, to beautiful forms and gestures that have no use and serve no purpose. Unlike walking to a destination, running somewhere or marching, taking a leisurely stroll is a luxury. Ceremonious inactivity means: we do something, but to no end. This ‘to-no-end’, this freedom from purpose and usefulness, is the essential core of inactivity. It is the basic formula for happiness.

Vita contemplativa

The New York Review of Books ha l’articolo di apertura che recensisce la biografia di Elon Musk pubblicato l’anno scorso. Un paio di passaggi mi ha fatto ridere:

The purpose of going hardcore, Musk claims, is to “extrude shit out of the system.” (The anus is, incidentally, a major theme for him: if you say “Open butthole” to a Tesla, its charging port pops open. “For humans, orifices are a big deal,” says Musk.)
[…]
He is desperate to extrude shit from the system, to be clean, to achieve the purifying discipline of the perfect factory. He believes the future of humanity depends on it. The problem is that the shit persists, no matter how strenuous his efforts at expelling it. If he ever actually succeeded, if the final catharsis were ever attained, you get the sense that he would die; that it would be him, along with his rockets, ejected into the void. “I am like a ripe shit, and the world is a gigantic asshole,” Martin Luther once declared, depressed and close to death. “We will both probably let go of each other soon.”

Ultra Hardcore

Per caso ho scoperto che David Fincher ha girato un video musicale di Michael Jackson.

Lo stesso David Fincher racconta un aneddoto curioso sul video.

Di David Fincher, salvo i suoi primi film da regista di concerti, mi manca Il curioso caso di Benjamin Button.


A proposito di registi, mi piace molto l’idea di scoprire le opere prime dei grandi del cinema. Ho visto quindi Blood Simple dei fratelli Coen e ne sono rimasto ammaliato. Tra l’altro quest’anno se ne parlerà perché cadono i 40 anni dall’uscita.

Notevole risultato per la ristrettezza di mezzi a disposizione. Film che permette ai Coen di vincere un premio a Cannes, non per niente. C’è la cifra dei Coen che si rivede in Fargo e altri film di successo.

Il film si apre con una voce fuori campo che dice:

“The world is full of complainers. But the fact is, nothing comes with a guarantee. I don’t care if you’re the Pope of Rome, President of the United States, or Man of the Year–something can always go wrong. You go ahead, complain, tell your problems to your neighbor, ask for help– and watch him fly. Now in Russia, they got it mapped out so that everyone pulls for everyone else–that’s the theory, anyway. But what I know about is Texas, and down here… you’re on your own.”

Blood Simple

Ho continuato poi con L’uomo che non c’era, neo-noir in bianco e nero ben curato. All’epoca non ebbe un grande successo al botteghino.


Mi dispiace quando discuto di film con persone a me vicine e il mio interlocutore, per quanto intelligente, non applica i principi base della critica:

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inTrueFilm

Devo applicare leggerezza, giusto, ma comunque mi passa la voglia di condividere esperienze intellettuali con chi dimostra di non essere in grado di apprezzare. Amen.


Da un post scritto 4 anni fa, su spunto di Dobelli – fuck-you money, che vale ancora adesso – mi è tornato in mente il suo Smetti di leggere le notizie e il fatto che è oltre un mese che ho smesso totalmente di sfogliare o leggere giornali, vedere telegiornali, girare su siti di informazione generalista. Sono andato a rivedere i miei appunti sul libro, sempre attuali e veri (per me):

Dopo una trentina di giorni vi accorgerete che, nonostante l’astinenza, non vi siete persi fatti importanti e non ve li perderete. Se un’informazione è davvero importante, ne verrete a conoscenza in tempi sufficientemente rapidi – attraverso la stampa specialistica, i vostri amici, vostra suocera o altri con cui avrete occasione di parlare. Quando incontrate gli amici chiedete loro se nel mondo è successo qualcosa di rilevante. La domanda è un modo ideale per avviare una conversazione. La risposta in genere è: «Direi di no».

Smetti di leggere le notizie

Ho saputo, per caso, che in questo periodo c’è stato un terremoto e un incidente aereo in Giappone. Non so niente della guerra in Europa e neanche di quella in Medio oriente. Non ho più aperto mediagazer o techmeme o primaonline. Non so niente dell’andamento dei titoli tecnologici o media, né di nuovi servizi o funzioni uscite. Sono sopravvissuto più che egregiamente.

Potrei continuare con tanti altri spunti, ma il tempo per l’inattività (attività che non ha un ritorno ma è fine a se stessa, vedi sopra) è finito. Tempo di cucinare e cenare.

Buona settimana!

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