Ho finito il primo libro di narrativa dell’anno: Un oceano senza sponde. La copertina che conquista, di Amici e ombre. Al cinema per la versione restaurata in 4K di Persepolis. Archive.today, un nuovo sito tra i miei preferiti.
Un oceano senza sponde
Scott Spencer entra a pieno titolo tra i miei autori preferiti. Sellerio ha pubblicato (soltanto) altri due suoi libri. Entrano nella mia coda di lettura.
Alle mie sorelle, ai miei amici, alla Corte, a ogni singola persona al mondo che è sola, con il cuore spezzato, resa folle dai ricordi, pilotata dal desiderio, emarginata: non fate quello che ho fatto io. Concedete al vostro amore non corrisposto sei mesi per raggiungere l’universo del reale; se a quel punto non è arrivato, non arriverà mai. Quella donna non sente quello che sentite voi, quell’uomo non vi ricambia, e vi state distruggendo. Confessate la verità e voltate pagina, e se non potete confessare i vostri sentimenti allora uccideteli, e se non si fanno uccidere reindirizzateli altrove e date quell’amore a qualcun altro, e se non è possibile allora andate alle manifestazioni per la pace o a salvare gli animali o imparate a suonare il violoncello, e se nessuna di queste cose allevia il dolore allora tirate fuori le palle e imparate a convivere col dolore. Gli esseri umani sono progettati per assorbire immense quantità di dolore. Basta guardarvi intorno! Ma smettete di illudervi, smettete di sperare che stia per arrivare il momento in cui l’amore non corrisposto otterrà la giusta ricompensa. Se solo qualcuno me lo avesse detto, avrei potuto avere una vita diversa
Un oceano senza sponde
Dei 20 passaggi sottolineati, ne riporto uno sul tempo:
Sbirciai l’orologio, sentendo quell’orrendo panico familiare – il tempo che veniva sprecato, irrimediabilmente sprecato, le ore, i mesi, e infine gli anni.
Un oceano senza sponde
Amici e ombre
Ci sono libri che ti incuriosiscono subito, dalla copertina. Curiosa composizione per una fotografia e per il taglio che ne è stato fatto per la copertina. Scrittura fresca. Ambientato a Sidney, Australia.
In casa c’è ancora un’altra stanza da affittare. Siamo d’accordo all’unanimità per un equilibrio di genere. Così un sabato vediamo dei candidati.
Di norma, dalle nostre parti, ci si orienta sugli amici degli amici, perché è sempre il modo più efficace di ottenere qualunque cosa. In questo caso decidiamo invece che ci va di espandere il nostro raggio d’azione e provare con qualcuno fuori dalla solita cerchia. Mettiamo tutto su Facebook e sui gruppi online ed è una pioggia di biografie con suppliche disperate. I profili che la gente crea per trovare una stanza nelle grandi città sono inventari di like e di storie d’identità personale costruite con sommo studio, e in breve diventiamo dei professionisti di lettura tra le righe.
Il primo tipo si presenta alle undici e ha un padre che è un pezzo grosso dell’industria cinematografica, e quando lo vediamo ci coglie un certo brivido di imbarazzo. È un lad, un tamarro, ma uno di quelli ricchi, che dice che a volte non gli dispiace abbassarsi, ed esibisce tutte le sue contraddizioni in uno stridente mix di pantaloni di tuta Adidas con bottoni lungo la gamba, polo Ralph Lauren e Ray-Ban, più l’anello d’oro che scintilla quando dà la mano a Sami. Notiamo che è venuto con una BMW scassata e ora parcheggiata male nella stradina qui sotto dove intralcia il passaggio.
Parla con una cantilena forzata, che dovrebbe dargli l’aria di quello distaccato da tutto. Tiene in mano un grosso bicchiere da asporto e succhia dalla cannuccia. E ci strizza l’occhio scuotendo il bicchiere e con quel finto tono svenevole dice frullato banana e frutti di bosco; cazzo un’accoppiata da paura.
Gestisce un bar che in zona conosciamo tutti e che gli ha comprato papà, e perciò gli tocca fare tardi tutte le sere, dunque gli serve un posto nei paraggi.
Cazzo, fa, questi colloqui per l’affitto sono i peggio, e noi concordiamo a gran voce.
Dice che conosce i ragazzi della strada accanto. Anche noi li conosciamo. Stanno in un gruppo hip-hop del quartiere e hanno fatto un po’ di canzoni su varie belle ragazze di varie strade di Sydney, e ora queste canzoni hanno iniziato a passarle in radio. Danno feste che durano fino a notte fonda e hanno nel portico un informe divano di pelle consunta, e ogni volta c’è un gruppo inedito di ragazze svenute su quel divano mentre loro sparano il loro hip-hop australiano e sventolano orgogliosamente la bandiera nazionale. E anche se sono sempre carini e salutano quando passano di qui, da quella casa emana qualcosa di bacato e preoccupante.
Gira per le stanze sbirciando da sopra gli occhiali da sole. Noi lo talloniamo e gli diciamo della luce e delle fasce orarie nella bolletta trimestrale, e lui fa l’elenco dei vani di casa nostra accompagnandolo con un insomma, qui in pratica ci sono camera da letto, camera da letto, cucina, soggiorno, bagno, camera da letto. Non fa per me, conclude, e se ne va succhiando i fondi del frullato.
Amici e ombre
Archive.today
Magnifica sezione di Archive.org dove puoi leggere qualsiasi articolo sia dietro paywall articoli di molti siti dietro paywall. Massimo mi dice che Repubblica.it non è uno di questi. Basta inserire l’indirizzo nella seconda barra di ricerca e il gioco è fatto. Se l’articolo non è archiviato, basta inserire l’indirizzo nella prima barra e attendere qualche secondo in più.
Persepolis 4K
Scappo al cinema a vedere, anzi rivedere, un gran film d’animazione che unisce il racconto intimo alla storia di un paese, l’Iran.
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