Sabato 4 Novembre 2023

#citazione

“Per sopravvivere nel mondo, abbiamo poche opzioni se non quella di passare la nostra vita ad essere piuttosto ‘difesi’, cioè a un passo dai nostri lati più vulnerabili, chiusi da certe emozioni, concentrati – in molti casi – sul non sentire. Eppure nelle relazioni, è richiesto esattamente il contrario. Essere bravi nell’amore significa avere la capacità di rivelare il proprio dolore, desiderio e tenerezza; saper essere dipendenti e pronti a cedere la propria autonomia a un altro. È un vero atto di equilibrio: grande forza per la maggior parte delle ore del giorno, tenerezza ben gestita per le poche che rimangono. Non dovrebbe sorprendere se il viaggio dall’indipendenza alla vulnerabilità può diventare piuttosto teso – e se il desiderio di vicinanza può essere accompagnato da terrore e quello che sembra (ma non lo è realmente) cattiveria.” *

The School of Life, Relationships

#esperienze

Nei primi tre giorni di Novembre ho fatto il bagno al mare due volte. Bagno molto breve perché il vento forte insieme all’acqua gelata hanno ridotto notevolmente la mia resistenza, ma posso dire di aver fatto il bagno a novembre! Altra prima volta. I prossimi giorni sono a tutti gli effetti autunnali, con temperature sopra la media di Novembre ma comunque autunnali. Le mie attività all’aria aperta verranno riconsiderate di conseguenza. Ieri ho comunque passeggiato con i pantaloncini, seppur cominciando a percepire il calo della temperatura. Mi sono concesso anche un po’ di sole sull’amaca. L’estate è finita ma non è ancora tempo di chiudersi in casa.


#libri

Dopo aver iniziato a vedere Fellow Travelers (in Italia è Compagni di viaggio, su Paramount+), non potevo non cimentarmi nella lettura del libro da cui è tratta la miniserie e così ho fatto. Libro per niente facile perché è molto più articolato della miniserie, per quel che ho potuto capire leggendo i primi tre capitoli, e perché il lessico utilizzato è piuttosto ricercato. Elemento positivo per arricchire il mio vocabolario inglese. La cassetta delle offerte in chiesa si chiama poorbox. Camminare di corsa è to hotfoot. To shove è dare uno spintone. Dew è rugiada.

Tra le novità entrate nella mia antibiblioteca ne segnalo due. Il messaggio di Mai Jia è una storia di spionaggio ambientata nella Cina occupata dal Giappone nel 1941. La prefazione dell’autore è deliziosa e inizia così:

Quell’estate, a Chengdu, c’era un caldo soffocante, e me ne capitarono di tutti i colori: fui costretto a presentarmi in tribunale per la causa sull’adattamento televisivo di un mio romanzo (avevano tentato di sminuire il mio contributo come autore e sceneggiatore originale), il rapporto con mia moglie entrò in crisi, litigai con i miei amici, mio figlio venne coinvolto in una serie di risse a scuola e mio padre iniziò a scordarsi le cose (preludio di un doloroso declino sfociato poi nella demenza); inoltre, patii il tormento del terribile frastuono provocato dai nostri nuovi vicini, insegnanti in pensione che avevano trasformato la loro casa in un laboratorio dove realizzavano illegalmente gioielli in argento (orecchini, spille, fermacapelli eccetera), poi ricevetti la notizia che la mia unità di lavoro aveva subito una ristrutturazione (venne privatizzata e metà del personale fu licenziata). Come se non bastasse, soffrivo anche di insonnia e di lombalgia; senza contare, infine, i calli ai piedi.

Quella fu l’estate in cui scrissi Il messaggio, e talvolta ebbi l’impressione che tutto congiurasse contro di me, che la mia vita fosse soltanto un susseguirsi di cose brutte e che ogni giorno fosse peggiore del precedente. Una situazione che avrebbe potuto distruggermi, tuttavia reagii a modo mio e mi rifugiai nella Tenuta Qiu, che è il teatro dell’azione del Messaggio. Pensai che lì, dove i protagonisti danzavano al ritmo della musica che io stesso stavo suonando, avrei potuto tenere la situazione sotto controllo.

I personaggi fittizi del mio romanzo avevano vissuto l’inferno della Tenuta Qiu, ma nella vita reale quell’estate fu l’inferno per me.

Il messaggio di Mai Jia

Altra novità è un libro del 1998, ripubblicato nel 2015 e tradotto in italiano ora da NERO: Techgnosis indaga il misticismo e gli elementi religiosi permeati nel culto della tecnologia. Vale sempre leggere saggi che sopravvivono alla prova del tempo.


#film

Se ho scoperto Il messaggio è grazie a Phantom (2023), storia di spionaggio tratta dal libro ma ambientata in questo caso in Corea, visto che il film è coreano. Il regista è lo stesso di Believer, altro notevole film thriller crime visto l’altro ieri. Consiglio entrambi. A questo punto sono pronto per Believer 2, seguito in uscita su Netflix il 17 Novembre.

La cinematografica coreana è notevole. Prodotti di buona fattura che non hanno niente da invidiare a Hollywood o ad altre cinematografie. Più vedo film coreani, selezionati, più mi piacciono.


#televisione

Continuo a vedere Fellow Travelers (E2) e ne resto ammaliato. Una produzione veramente curata in ogni dettaglio: dalla scena alle luci, dalla fotografia alla recitazione, dai dialoghi al montaggio. Un gioiellino. Vederla mentre leggo il libro mi aiuta a capire meglio alcuni aspetti che nella serie sono appena tratteggiati o mi rafforza alcuni passaggi. Un dialogo nella serie è lo stesso che si trova nel libro:


#musica

La bella scoperta di ieri è l’album Utopian Traveller di Martin Rott. Ancora in alta rotazione in casa mia ora.


*testo originale:

“In order to survive in the world, we have little option but to spend our lives being rather ‘defended’, that is, at one remove from our more vulnerable sides, closed off from certain emotions, focused – in many cases – on not feeling. And yet in relationships, quite the opposite is required. To be good at love means to have a capacity to reveal one’s hurt, desire and tenderness; to know how to be dependent and ready to surrender one’s autonomy to another. It’s quite a balancing act: great strength for most hours of the day, well-handled tenderness for the few that remain. It should be no wonder if the journey from independence to vulnerability can get rather fraught – and if the desire for closeness can be accompanied by terror and what looks like (but isn’t really) nastiness.”

The School of Life, Relationships

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