#musica
G mi ha segnalato una canzone che mi ha rallegrato la serata: Give That Wolf a Banana. Più la versione di San Valentino: Give That Wolf a Romantica Banana. Molto orecchiabili.
#film
Giornata un po’ deprimente ieri, anche per due film deprimenti. Il primo di Francois Ozon, Time to leave, del 2005. Giovane con diagnosi di cancro in metastasi che affronta gli ultimi mesi di vita. Sick of Myself è un film sul narcisismo di chi arriva a prendere dei farmaci con nefasti effetti collaterali pur di avere l’attenzione degli altri. Commedia nera, molto nera, troppo nera. Non so come sono riuscito a finire di vederlo. Amo il cinema norvegese, ma questa satira è troppo. O se non è troppo, si avvicina al limite. Non consiglio nessuno dei due.
Oggi ho visto invece Killer Condom, tratto dall’omonimo (?) fumetto.
Film tedesco che vuol sembrare un B-movie americano. Ambientato a New York, tutti parlano in tedesco. A parte questo è un film al limite del demenziale, ma molto curato e ben recitato, seppur con un budget limitato. Contiene perfino un messaggio intelligente. Un cult movie che sono contento di aver recuperato, grazie a una delle mie fonti predilette. Meraviglie della rete. È il genere di film che non trovi su nessun catalogo di piattaforma streaming, a dimostrazione che la comodità (molto spesso) non fa rima con ricercatezza, se non con qualità. Sicuramente non con cult.
L’80% dei film che vedo (e che cerco) non sta su nessun catalogo streaming: perché dovrei abbonarmi? Io scelgo cosa vedere e non guardo ciò che mi viene offerto semplicemente perché è a portata di telecomando e ho già pagato. Il bello dell’essere indipendenti: mi guardo ciò che voglio e non ciò che è disponibile. Me lo vado a cercare. Il bello (o il lusso) di vivere consapevolmente il proprio tempo libero, tanto o poco che sia.
#libri
Mi sono concentrato su Fellow Travelers.
Per arrivare a due terzi di un libro di 360 pagine ho impiegato 10 ore di lettura, a dimostrazione che leggere narrativa in inglese richiede un maggior impegno, ma, come per film/serie Tv in lingua originale, mi permette di tenere in esercizio la comprensione dell’inglese (letto e parlato). Ho imparato che vuol dire boy Friday*.
Oltre ai titoli già suggeriti negli ultimi giorni, il 7 Novembre esce un libro che racconta l’evoluzione della televisione negli Stati Uniti, da HBO a Netflix. Recensito da The Economist, mi attrae non poco: Pandora’s Box.
Andrew Haigh, regista tra i miei preferiti, ha tratto un film dal romanzo Estranei. Il film esce a fine anno negli USA e probabilmente all’inizio del 2024 in Italia. Ho tempo per leggerlo, in italiano.
Non è invece disponibile in ebook la traduzione di Povere creature, da cui un altro mio regista culto, Yorgos Lanthimos, ha tratto il film che ha vinto l’ultima edizione del Festival del cinema di Venezia. In Italia esce a Gennaio, quindi ho tempo per provare a leggere l’edizione originale in inglese, anche se a prima vista sembra piuttosto impegnativo.
Su Netflix è uscita una miniserie tratta dal libro Stagione di uragani, altro titolo che mi incuriosisce, ma non ho tempo per leggere tutto ciò che vorrei.
L’indice dei libri di novembre ha come libro del mese L’ombra del vulcano di Marco Rossari, che racconta la fine di una relazione in parallelo al lavoro di traduzione dell’autore del classico, che non ho ancora letto, Sotto il vulcano di Malcom Lowry. Ho letto le due recensioni e mi è venuta voglia di leggere sia il secondo, sia il primo.
Yanis Varoufakis ha scritto un libro che critica l’ultima fase del capitalismo, quella in cui viviamo, che si intreccia con una critica alle piattaforme digitali: Techno-Feudalism. Visto l’argomento, dovrei iniziarlo subito.
#esperienze
Non credo di aver mai preso il sole di pomeriggio sul mio piccolo terrazzo nel mese di Novembre ed è ciò che ho fatto oggi, complici i circa 23 gradi. Se tutto ciò è normale, allora dobbiamo ragionare insieme sul concetto di normalità. Probabilmente è il nuovo normale e, prendendo ciò che c’è di buono in una condizione generale drammatica, ne approfitto.
#passato
Oggi due anni fa tracciavo lo stato della mia collezione di media. Da quel giorno la mia antibiblioteca è più che raddoppiata (siamo oltre 13000 titoli), i libri di carta non letti sono sostanzialmente rimasti invariati, anche se diversi, e i film non ancora visti sul mio computer sono solo 12. Mi fa specie leggere che 9 anni fa i film sui miei dischi erano 239!
*Boy Friday significa assistente
Lascia un commento