Sabato 11 Novembre 2023

#esperienze

Da più di 3 anni, con una certa continuità, ho preso l’abitudine di tenere un journal e un log giornaliero. In pratica scrivo ciò che ho fatto durante la giornata, tracciando cosa ho letto, cosa ho visto, chi ho incontrato, come mi sento. Il modo in cui l’ho fatto è evoluto nel tempo. Non ho esattamente un contributo per ogni giorno degli ultimi 3 anni (e mezzo), ma andando a leggere cosa ho scritto un anno, due anni e tre anni fa, spesso ormai trovo 3 pagine con riflessioni, nomi, titoli, informazioni su come mi sentivo e cosa facevo.

Fa un effetto strano (o uno strano effetto?). In alcuni giorni sembra che non sia cambiato niente, in positivo: stesso peso (se non un leggero calo), stessa massa muscolare, stesse abitudini positive (sonno, digiuno intermittente, dieta a base vegetale/integrale). In altri giorni mi sembra di essere molto cambiato, in meglio: salute mentale migliorata, minor attaccamento alle cose e alle persone, più capacità di lasciare andare, maggior apprezzamento all’ordinario quotidiano.

A queste informazioni si aggiungono le pagine del mio blog personale, quello che stai leggendo ora, con contributi saltuari che provengono invece da un passato più remoto, anche se non oltre ovviamente l’inizio di questo blog poco meno di 20 anni fa. Sarebbe stato bello, ad avere gli strumenti allora (e la consapevolezza) tornare con un click a ciò che facevo e a ciò che pensavo oggi 20, 25, 30 anni fa. Avrei potuto sviluppare ancora una maggiore consapevolezza sulla strada percorsa, al di là dei ricordi, spesso parziali e fallaci. Mi accontento del journal degli ultimi anni e del blog.

Tutto ciò per dire che non avere il tempo (= la voglia e la motivazione) di lasciare un segno scritto, soprattutto privato – in questo caso è sia pubblico che privato, perché lo sto scrivendo prima sul mio sistema privato, per trascriverlo sul blog poi – significa perdere l’occasione di guardarsi dentro e di conoscersi meglio. Certo, ciò significa interrogarsi sul vivere quotidiano e spesso ottenere risposte che non ci soddisfano: l’autoconsapevolezza è una croce e una delizia allo stesso tempo, non è una novità. Invece di scrivere queste righe, considerando che sono le 20:37 di un sabato sera, me ne potrei stare a guardare la televisione, cenare fuori o fare altro e invece sono alla mia scrivania.

Tempo ben speso.


#passato

17 anni fa

Segnalavo un evento che voleva divulgare l’avvento imminente dell’ebook. Rispetto ad allora, oggi gli ebook reader si trovano a meno di 100 euro e si comprano quasi al supermercato. Il 15% dei lettori in Italia dichiara di leggere solo libri digitali e circa il 40% legge sia carta sia digitale, secondo ISTAT/AIE. Con uno smartphone o con un tablet si può leggere un ebook senza neanche il bisogno di un dispositivo dedicato e tutti abbiamo uno smartphone in tasca. Ciò che sembrava una magia, oggi è la quotidianità.


#libri

[[Same As Ever]]

Morgan Housel quello de La psicologia dei soldi, ha pubblicato un nuovo libro.

[[Accidental]]

Trovo molto curiosi sia la copertina che il tema di questo libro, ovvero come gestire la propria vita dopo aver causato la morte di un’altra persona.

[[The Internet of Animals]]

A proposito di copertine curiose

Se sei curioso del contenuto, dall’introduzione:

“Internet degli Animali” è il primo libro a riunire prospettive da tutte le discipline umanistiche e sociali per considerare come le tecnologie digitali stiano contribuendo alle relazioni uomo-animale sia a livello micropolitico che macropolitico.

The Internet of Animals is the first book to bring together perspectives from across the humanities and social sciences to consider how digital technologies are contributing to human–animal relationships at both the micropolitical and macropolitical levels.

[[Spoiled]]

Il latte (vaccino) non è un cibo salutare. Ne consumiamo una quantità spropositata. Ogni volta che vedo un film americano/inglese dove i minori a tavola pasteggiano a latte, mi viene in mente questo libro.

La conclusione a cui sono arrivato è che l’ascesa del latte fresco allo status di alimento nutrizionale di base – il primo superfood scientificamente consacrato del mondo moderno industrializzato – è stata uno dei grandi colpi di scena della storia alimentare. Ne traccio le origini alla fine del diciottesimo e all’inizio del diciannovesimo secolo: l’Età dell’Illuminismo e l’inizio della Rivoluzione Industriale. Il centro più notevole di progresso, la Gran Bretagna, stava allora precipitando sia in un’epoca di espansione coloniale che in un ruolo dominante nella scienza e nella medicina che sembrava più brillante ad ogni decennio che passava.

Sostengo che nel caso dei meriti o demeriti del latte da bere, la fede incrollabile delle prime autorità mediche moderne nella loro conoscenza avanzata li ha indotti in insegnamenti fuorvianti destinati a formare la base difettosa di un enorme – e presto problematico – impegno che ora è sull’orlo dell’insostenibilità. Dall’epoca dell’Illuminismo in poi, i semi di molte future crisi dell’industria lattiero-casearia si nascondevano in un inevitabile pezzo di tempismo storico: le autorità mediche arrivarono a una presunta convinzione aggiornata che il latte da bere “dolce” (non fermentato, e quindi pieno di lattosio) fosse più puro e salutare del latte acido, ben prima delle prove scientifiche contrarie.*

Spoiled

[[Map Addict]]

A riprova che si può sviluppare una dipendenza da qualsiasi cosa o quasi…

[[La Grecia]]

Considerando il mio amore per questo paese, la Grecia appunto, questo è un libro che leggerò, almeno prima di tornarci l’anno prossimo.


#film

[[The Killer]]

Ho visto il nuovo film di David Fincher per Netflix e non mi ha deluso. Sì, è un film freddo nell’atmosfera, nella musica, nell’assenza di dialoghi (sostituiti dalla voce fuori campo del protagonista), nella psicologia del protagonista. Non ha l’interesse di farsi piacere, né di sviluppare empatia con lo spettatore. È essenziale, quasi zen. Comprendo anche che alcuni personaggi sono tratteggiati per usare un eufemismo (colpa della graphic novel da cui è tratto?). Nonostante tutti questi limiti, lo considero un film molto godibile, bello da vedere, coinvolgente e per nulla noioso. Una scena d’azione nel cuore del film è straordinaria sotto vari punti di vista, per quanto violenta e sanguinosa. Meno che in altri film d’azione recenti però.

La fotografia è da massimo dei voti. Mi sono divertito a scattare qualche screenshot durante la visione: non ho resistito, ho messo in pausa e ho scattato.


*Testo originale, tradotto con Bing Copilot:

The conclusion I have come to is that fresh milk’s rise to the status of nutritional mainstay—the first scientifically anointed superfood of the modern industrialized world—was one of the great flukes of food history. I trace its beginnings to the late eighteenth and early nineteenth centuries: the Age of Enlightenment and the start of the Industrial Revolution. The most remarkable center of progress, Great Britain, was then hurtling into both an epoch of colonial expansion and a dominating role in science and medicine that seemed more brilliant with every passing decade.

I argue that in the case of drinking-milk’s merits or demerits, early modern medical authorities’ unquestioning faith in their own advanced knowledge lured them into misguided teachings destined to form the flawed basis of a huge—and soon troubled—undertaking that is now on the thin edge of unsustainability. From the Enlightenment era on, the seeds of many future dairy industry crises lurked in an unavoidable bit of historical mistiming: Medical authorities arrived at a supposedly up-to-the-minute belief that “sweet” (unfermented, and thus full-lactose) drinking-milk was purer and more healthful than sour milk, well before scientific evidence to the contrary.

Spoiled

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